Quando un paziente con artrite reumatoide o cancro deve scegliere tra un farmaco biologico costoso e una sua versione più economica, la domanda non è solo: "Funziona?" Ma anche: "È sicuro? E chi lo ha deciso?" La risposta sta nel processo di approvazione dell'FDA, un sistema complesso che sta cambiando radicalmente. Dal 2010, gli Stati Uniti hanno un percorso legale per approvare i biosimilari - versioni simili, ma non identiche, ai farmaci biologici - grazie alla Biologics Price Competition and Innovation Act (BPCIA). Ma fino a ottobre 2025, questo percorso era lento, costoso e scoraggiante per molti produttori. Ora, con nuove linee guida, tutto sta cambiando.
Cosa sono i biosimilari e perché non sono come i generici
I farmaci generici sono copie chimiche esatte di farmaci tradizionali, come l’ibuprofene. Possono essere prodotti in laboratorio con formule precise e ripetibili. I biosimilari, invece, sono copie di farmaci biologici, che non sono molecole semplici. Sono proteine complesse, spesso prodotte da cellule viventi - come cellule di mammifero o batteri modificati geneticamente. Ogni lotto può variare leggermente, anche se prodotto dalla stessa azienda. Per questo, non possono essere "identici". L’FDA non richiede l’identità, ma la biosimilarità: una somiglianza così stretta da non avere differenze cliniche significative.
Per dimostrare questa somiglianza, un produttore deve mostrare che il suo biosimilare ha:
- Struttura chimica e funzione quasi identiche (attraverso analisi avanzate come spettrometria di massa e cromatografia)
- Comportamento simile nel corpo (studi farmacocinetici, PK)
- Stessa capacità di attivare il sistema immunitario (valutazioni di immunogenicità)
- Stessa sicurezza e efficacia (tradizionalmente, studi clinici comparativi)
Prima di ottobre 2025, l’FDA richiedeva quasi sempre uno studio clinico di efficacia - un esperimento su pazienti che confrontava il biosimilare con il farmaco originale. Questi studi duravano fino a tre anni e costavano tra 100 e 300 milioni di dollari. Il risultato? Solo 76 biosimilari erano stati approvati negli Stati Uniti, nonostante ci fossero oltre 150 opportunità sul mercato.
La svolta del 2025: meno studi clinici, più analisi
Nell’ottobre 2025, l’FDA ha pubblicato una nuova guida scientifica che ha rivoluzionato il processo. Non serve più uno studio clinico di efficacia per ogni biosimilare. Se tre condizioni sono soddisfatte, basta un buon pacchetto di analisi e studi PK.
Le tre condizioni sono:
- Il farmaco di riferimento e il biosimilare sono prodotti da linee cellulari clonali, altamente purificate e ben caratterizzate
- La relazione tra le proprietà chimiche e l’efficacia clinica è ben compresa (es. per anticorpi monoclonali come adalimumab o trastuzumab)
- È possibile fare uno studio farmacocinetico su esseri umani che sia rilevante per la malattia
Questo significa che per molti biosimilari - specialmente quelli per cancro, diabete o malattie autoimmuni - lo sviluppo può essere accelerato di 3-5 anni. I costi scendono da 100-300 milioni a 50-150 milioni di dollari. Secondo l’analisi di Wilson Sonsini, il tempo di approvazione potrebbe passare da 8-10 anni a 5-7.
L’FDA ora dice che le tecnologie moderne - come l’analisi dei 200+ attributi di qualità - sono così precise da prevedere l’esito clinico meglio di uno studio su centinaia di pazienti. È un cambio di paradigma: non si prova più l’efficacia con i pazienti, si dimostra la somiglianza con gli strumenti scientifici.
Interchangeability: il grande dibattito
Un altro punto caldo è l’interchangeability: la possibilità che un farmacista sostituisca il farmaco originale con il biosimilare senza chiedere al medico. Prima, l’FDA richiedeva studi di "switching" - prove che alternare tra il biologico e il biosimilare non causava rischi. Questo aggiungeva ulteriori costi e tempi.
Nell’ottobre 2025, l’FDA ha eliminato questo obbligo per molti casi. Il commissario Marty Makary ha dichiarato chiaramente: "Ogni biosimilare dovrebbe essere considerabile come interchangeabile". E ha aggiunto: "Interchangeability è un termine legislativo, non scientifico".
Ma qui nasce il conflitto. La legge BPCIA richiede ancora una separata autorizzazione per l’interchangeability. L’FDA ha approvato due coppie di biosimilari per denosumab (Enoby e Xtrenbo) con questa designazione, ma non ha cambiato la legge. I medici e alcune associazioni sono preoccupati. Dr. Robert Popovian, ex capo scientifico di PhRMA, ha avvertito che questa confusione potrebbe ridurre la fiducia dei medici. Intanto, 34 stati americani hanno leggi che limitano la sostituzione automatica, anche se l’FDA la permette.
Chi approva i biosimilari e quanto costa
Il processo di approvazione si chiama Biologics License Application (BLA). Richiede:
- Analisi dettagliate di struttura, purezza, stabilità
- Studi di tossicità su animali
- Studi su esseri umani (PK e immunogenicità)
- Documentazione della produzione (come si fa il farmaco, da dove vengono le cellule)
Le aziende devono anche pagare tariffe. La BsUFA III (Biosimilars User Fee Amendments), aggiornata nel 2022, impone una tassa iniziale entro 7 giorni dal primo incontro con l’FDA, e tariffe annuali fino al 2027. Questo finanziamento sostiene l’accelerazione delle revisioni.
Ma non tutti possono permetterselo. Solo 12 dei 76 biosimilari approvati sono stati sviluppati da aziende con meno di 100 dipendenti. Le tecnologie avanzate richieste - spettrometri di massa, sistemi di cromatografia ad alta risoluzione - costano milioni. Per questo, il mercato è dominato da pochi grandi attori: Sandoz (17 approvazioni), Pfizer (12), Amgen (10). Ma nuovi player come Viatris e Biocon stanno entrando.
Quanto si risparmia e dove si usa di più
I biologici costano tra i 50.000 e i 100.000 dollari l’anno a paziente. Un biosimilare può costare il 20-30% in meno. L’FDA stima che, con l’approvazione accelerata, il sistema sanitario americano potrebbe risparmiare 250 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni.
Ma i risparmi non sono ancora arrivati a tutti. Nel 2025, i biosimilari coprono solo il 23% del mercato negli Stati Uniti. In Europa, dove l’EMA ha regole più semplici da anni, la quota è del 67%. Perché la differenza?
- Medici meno informati
- Pazienti diffidenti
- Politiche di rimborso che favoriscono i farmaci originali
- Leggi statali che bloccano la sostituzione automatica
Tuttavia, i dati positivi stanno crescendo. L’ospedale Mayo Clinic ha registrato un risparmio del 37% sui farmaci biologici per il cancro - 18 milioni di dollari l’anno. Un sondaggio dell’Arthritis Foundation ha mostrato che il 78% dei pazienti che hanno usato biosimilari è soddisfatto dell’efficacia. Su Reddit, il 63% dei pazienti con artrite ha riportato risultati comparabili.
Le critiche e i rischi
Non tutti sono d’accordo. Il Dr. Paul Baldrick, editore del Journal of Biological Sciences, ha scritto che "alcune differenze sottili possono emergere solo dopo anni di trattamento, specialmente per malattie croniche". E se un biosimilare funziona bene per 6 mesi, ma poi causa una reazione immunitaria latente? Gli studi clinici brevi potrebbero non vederlo.
Inoltre, i biosimilari per molecole complesse - come gli anticorpi con farmaci attaccati (ADC) - rimangono difficili. La relazione tra struttura e effetto clinico non è ben compresa. Per questi, gli studi clinici potrebbero rimanere necessari.
Un altro ostacolo: le cause legali. Secondo il rapporto FTC dell’ottobre 2025, il 68% dei biosimilari approvati ha subito ritardi per cause di brevetto. Le aziende originali usano brevetti secondari per bloccare la concorrenza, anche quando il brevetto principale è scaduto.
Cosa succede ora e cosa aspettarsi
La guida dell’FDA del 2025 è ancora in fase di commento pubblico fino al 27 gennaio 2026. La versione finale dovrebbe arrivare a giugno. Gli analisti prevedono che le approvazioni annuali saliranno da 8-10 a 15-20. Il mercato dei biosimilari negli Stati Uniti, oggi da 18,7 miliardi di dollari, potrebbe raggiungere i 62,3 miliardi entro il 2029.
Le aziende che vogliono entrare devono:
- Contattare l’FDA per un piano di sviluppo (BPD meeting)
- Investire in laboratori di analisi avanzata
- Prepararsi a una revisione più rapida, ma più tecnica
- Usare le risorse dell’FDA e del Biosimilars Council (che ha già aiutato 87 piccole aziende)
Per i pazienti, il futuro è chiaro: più opzioni, più bassi costi. Ma la strada è ancora lunga. Serve più informazione, più fiducia e meno confusione legale. L’FDA ha fatto il primo passo. Ora tocca agli altri.
Domande frequenti
I biosimilari sono uguali ai farmaci generici?
No. I farmaci generici sono copie chimiche esatte di molecole semplici. I biosimilari sono copie di proteine complesse prodotte da cellule viventi. Non possono essere identici, ma devono essere "altamente simili" in struttura, funzione e sicurezza. L’FDA richiede prove scientifiche molto più approfondite per i biosimilari.
Perché i biosimilari costano meno?
Perché non devono ripetere tutti gli studi clinici di fase 1, 2 e 3. Possono basarsi sui dati del farmaco originale. Con le nuove regole dell’FDA, il costo di sviluppo è sceso da 300 milioni a 50-150 milioni di dollari. Questo riduce il prezzo finale per i pazienti e i sistemi sanitari.
Posso chiedere al farmacista di sostituire il mio biologico con un biosimilare?
Solo se il biosimilare ha la designazione "interchangeable" e se il tuo stato lo permette. Negli Stati Uniti, 34 stati hanno leggi che limitano questa sostituzione. Anche se l’FDA lo autorizza, il farmacista non può sostituirlo senza permesso del medico in molti casi. Controlla le leggi del tuo stato e parla con il tuo medico.
I biosimilari sono sicuri per malattie croniche come il diabete o l’artrite?
Sì. Dati di studi e monitoraggio reale mostrano che i biosimilari sono altrettanto sicuri ed efficaci per malattie croniche. Un sondaggio dell’Arthritis Foundation ha rilevato che il 78% dei pazienti è soddisfatto. Alcuni riportano reazioni locali all’iniezione, ma non differenze significative nell’efficacia a lungo termine.
Perché gli Stati Uniti hanno meno biosimilari dell’Europa?
Perché l’FDA aveva regole più rigide, specialmente per gli studi clinici e la designazione "interchangeable". L’EMA in Europa richiede solo uno studio di farmacocinetica, non sempre un trial di efficacia. Ora l’FDA sta allineando le regole, ma il ritardo storico ha fatto sì che solo il 23% del mercato sia coperto da biosimilari, contro il 67% in Europa.
Come posso sapere se il mio farmaco è un biosimilare?
Il nome del farmaco avrà un suffisso a 4 lettere minuscole, come "-xqqz" (es. adalimumab-attox). Questo identifica il produttore e aiuta a tracciare gli effetti. Chiedi al tuo farmacista o controlla l’etichetta. Non sono "farmaci di seconda scelta" - sono prodotti approvati con lo stesso standard di sicurezza.
stefano pierdomenico
dicembre 4, 2025 AT 06:48Finalmente qualcuno ha il coraggio di dire la verità: l’FDA ha trasformato il processo di approvazione da un’orgia burocratica in un’operazione di ingegneria molecolare di precisione. Gli studi clinici su centinaia di pazienti per dimostrare ciò che gli spettrometri di massa rivelano in 48 ore? È come usare un astrolabio per navigare con un GPS. La scienza non è più un’arte medievale, è un algoritmo. E chi non lo capisce? Semplice: chi ha investito in vecchi modelli di profitto.
La vera rivoluzione non è il risparmio, è la scomparsa del concetto di "farmaco originale" come entità sacra. I biosimilari non sono copie. Sono l’evoluzione logica di un sistema che ha troppo a lungo venerato la brevettazione come religione.
Se un anticorpo monoclonale ha un profilo di glicosilazione misurabile con 200+ attributi, e la sua farmacocinetica è predittiva al 99,8%, allora chiedere un trial su 500 pazienti è un crimine etico. Stiamo sprecando risorse umane per dimostrare l’evidenza.
La vera minaccia non è la sicurezza dei biosimilari, ma la disinformazione strategica delle Big Pharma che hanno trasformato il termine "interchangeability" in una parola magica per spaventare medici e pazienti. Non è un problema scientifico. È un problema di marketing.
Il 2025 non è stato un anno di cambiamento. È stato l’anno in cui la scienza ha finalmente strappato il potere alle lobby.
Se sei un medico che ancora esita, chiediti: cosa ti fa più paura? Che il biosimilare non funzioni… o che tu abbia sbagliato a fidarti della scienza per 15 anni?
Vincenzo Paone
dicembre 4, 2025 AT 18:06La nuova guida FDA è un passo avanti fondamentale, ma va contestualizzata. Le analisi chimico-fisiche avanzate sono imprescindibili, ma non sostituiscono completamente la valutazione clinica in contesti reali. I biosimilari sono sicuri, sì, ma la variabilità biologica dei pazienti - soprattutto in patologie croniche - richiede un monitoraggio post-marketing robusto. Non si può ridurre tutto a un modello predittivo.
La scienza è potente, ma non è onnisciente. La storia ci insegna che alcune reazioni avverse emergono solo dopo anni di utilizzo su popolazioni eterogenee. L’FDA ha fatto bene ad alleggerire i requisiti, ma non ha il diritto di abdicare alla responsabilità di sorveglianza attiva.
La fiducia dei medici non si costruisce con algoritmi, ma con dati longitudinali e trasparenza. Serve un registro nazionale di tracciabilità dei biosimilari, con report trimestrali pubblici. Senza questo, il risparmio economico rischia di diventare un’illusione.
Lorenzo L
dicembre 5, 2025 AT 12:55Ma che cazzata, ora si fa tutto coi computer e basta? Io ho un amico che ha preso un biosimilare e gli è venuto un’infiammazione che non si capiva da dove venisse. Poi hanno capito che era il lotto 22B. E adesso? Tutti i biosimilari sono uguali? Ma dai, che scemenza. Se la cellula è viva, cambia. Punto. L’FDA si è fatta i fatti suoi e ha dato il via libera a tutti, ma poi chi paga se qualcuno si ammala?