Scarsa di farmaci oggi: quali medicinali sono in corto nel 2025

Scarsa di farmaci oggi: quali medicinali sono in corto nel 2025

Mirko Vukovic
dicembre 1, 2025

Cosa significa davvero una carenza di farmaci?

Quando un farmaco non è disponibile, non è solo un problema logistico. È un rischio per la vita. Nel 2025, negli Stati Uniti ci sono ancora 270 farmaci in corto, secondo l’American Society of Health-System Pharmacists (ASHP). Questo numero è leggermente calato rispetto al picco di 323 del primo trimestre 2024, ma il problema non si è risolto. Molti di questi medicinali sono stati in carenza da anni, alcuni dal 2022. E non sono farmaci di secondaria importanza: sono quelli che salvano la vita, come i chemioterapici, le soluzioni endovenose e gli antibiotici.

I farmaci più criticamente in corto nel 2025

Le carenze colpiscono soprattutto le categorie di farmaci più complesse da produrre. I prodotti sterili iniettabili, per esempio, sono i più vulnerabili. Perché? Perché richiedono condizioni di produzione sterili, macchinari costosi e processi che non possono essere facilmente replicati da altri produttori. Ecco i medicinali più criticamente in corto a dicembre 2025:

  • 5% Dextrose Injection (buste piccole): in carenza dal 4 febbraio 2022, risoluzione prevista per l’18 agosto 2025. Questa soluzione è essenziale per idratare i pazienti, trasportare farmaci e mantenere la pressione sanguigna.
  • 50% Dextrose Injection: in carenza dal 12 dicembre 2021, risoluzione prevista per il 3 settembre 2025. Usata per trattare l’ipoglicemia grave, soprattutto nei diabetici.
  • Cisplatino: un chemioterapico fondamentale per il trattamento del cancro al testicolo, ai polmoni e all’ovaio. La produzione è stata interrotta nel 2022 a causa di problemi di qualità in un impianto indiano che forniva circa la metà del fabbisogno statunitense. Ancora oggi, gli ospedali devono razionarlo, dando la priorità ai pazienti con prognosi migliore.
  • Cloruro di sodio 0,9% (soluzione fisiologica): nonostante sia uno dei farmaci più usati al mondo, le forniture sono instabili. Le bottiglie da 1 litro e le sacche da 500 ml sono spesso esaurite nei reparti di emergenza.
  • Levofloxacina e Ciprofloxacina: antibiotici di ultima linea per infezioni resistenti. Le carenze sono aumentate dopo i problemi di produzione in India e la crescente domanda da parte degli ospedali.

Perché succede? Le cause reali della carenza

Non è colpa di un solo fattore. È una combinazione di problemi strutturali che si sono accumulati per anni.

Il 80% degli ingredienti attivi dei farmaci (API) viene prodotto all’estero, per lo più in India (45%) e Cina (25%). Questi paesi hanno costi bassi, ma anche regole meno rigide. Un’ispezione della FDA nel 2022 su un impianto indiano ha scoperto contaminazioni e procedure non sterili. Risultato? La produzione di cisplatino è stata bloccata per mesi. E non era un caso isolato.

Un altro problema è il modello economico. I farmaci generici, che rappresentano il 90% delle prescrizioni, generano solo il 20% dei ricavi del settore. I produttori guadagnano tra il 5% e l’8% su questi farmaci. Quando un concorrente abbassa il prezzo, tutti sono costretti a farlo. Chi non riesce a far quadrare i conti smette di produrre. E non c’è nessuno che riempia il vuoto.

La domanda è aumentata. I farmaci per il diabete e l’obesità (GLP-1) sono cresciuti del 35% all’anno dal 2020. Gli antidepressivi e i farmaci per l’ADHD hanno subito picchi di richiesta che nessun produttore ha previsto. E quando un farmaco diventa di moda, le scorte si esauriscono in settimane.

Farmacista che spiega a un paziente anziano che il farmaco per il diabete non è in stock.

Chi ne paga le conseguenze?

Non sono solo gli ospedali a soffrire. Sono i pazienti.

Il 78% dei medici ha riferito di aver ritardato trattamenti a causa delle carenze nel 2024. Il 43% ha dovuto sostituire un farmaco con un altro meno efficace. In un ospedale dell’Ohio, i farmacisti hanno dovuto decidere chi riceveva il cisplatino: solo i pazienti con cancro al testicolo, dove il farmaco ha il tasso di successo più alto. Gli altri dovevano aspettare o provare terapie meno efficaci.

Le infermiere e i farmacisti trascorrono oltre 10 ore a settimana a cercare alternative, contattare fornitori, gestire liste di attesa. Il 67% ha segnalato errori di somministrazione direttamente legati alle sostituzioni. Un paziente che riceve un farmaco sbagliato per via di una carenza può avere effetti collaterali gravi, o addirittura morire.

Per i pazienti oncologici, le interruzioni di trattamento durano in media 14,7 giorni. In alcuni casi, il cancro progredisce durante l’attesa. Gruppi di pazienti stimano che il 31% delle persone con cancro ha subito ritardi nel 2024.

Cosa stanno facendo per risolvere il problema?

La FDA ha lanciato un nuovo portale nel gennaio 2025: i professionisti della salute possono segnalare carenze non ancora ufficiali. In tre mesi, ha ricevuto 1.247 segnalazioni. L’87% ha portato a un intervento diretto.

Alcuni stati stanno agendo. La New York sta creando un database online dove si può vedere quali farmaci sono in corto e in quali farmacie ci sono ancora scorte. L’Hawaii ha approvato un programma Medicaid che permette l’uso di farmaci approvati all’estero, anche se non sono autorizzati negli Stati Uniti. È un’idea radicale, ma necessaria.

La legge per la Prevenzione delle Carenze di Farmaci (Drug Shortage Prevention Act) obbliga i produttori a segnalare anticipatamente interruzioni di produzione, aumenti di domanda o restrizioni all’esportazione. Ma non basta. Il Commissioner della FDA, Robert Califf, ha detto al Congresso che l’agenzia non ha il potere di obbligare un’azienda a produrre di più. Non può costringere un produttore a riavviare una linea interrotta.

Oncologi che discutono chi riceverà il chemioterapico in corto, con una foto di un bambino sul muro.

Cosa puoi fare se il tuo farmaco è in corto?

Se sei un paziente e il tuo farmaco non è disponibile:

  1. Non cambiare dose o sostituirlo da solo. Contatta il tuo medico o farmacista.
  2. Chiedi se esiste un’alternativa terapeuticamente equivalente. Non tutti i farmaci generici sono uguali, ma alcuni lo sono.
  3. Controlla il database aggiornato dell’ASHP (American Society of Health-System Pharmacists) per vedere lo stato della carenza.
  4. Se il farmaco è per una condizione cronica (diabete, ipertensione, epilessia), chiedi se puoi ottenere un rifornimento anticipato.
  5. Se sei in trattamento oncologico, chiedi al tuo oncologo se c’è un protocollo di razionamento in atto e come viene deciso chi riceve il farmaco.

Non aspettare che il problema ti colpisca. Se prendi farmaci regolari, tieni un elenco aggiornato con nomi generici e commerciali, dosaggi e indicazioni. Così, se un farmaco scompare, puoi comunicare rapidamente le tue esigenze.

Il futuro: cosa cambierà?

Senza interventi radicali, le carenze rimarranno alte. L’Ufficio del Bilancio del Congresso prevede che, fino al 2027, ci saranno sempre più di 250 farmaci in corto. Se vengono applicate tariffe del 50-200% sui farmaci provenienti da Cina e India, il numero potrebbe salire a 350.

La soluzione non è semplice. Serve un sistema che:

  • Incentivi la produzione nazionale di ingredienti attivi (non solo di pillole, ma di materia prima).
  • Obblighi gli ospedali a mantenere scorte strategiche di farmaci critici (almeno 30 giorni).
  • Crei un sistema nazionale di allerta precoce che colleghi produttori, distributori e ospedali in tempo reale.

La U.S. Pharmacopeia ha detto chiaramente: non possiamo continuare così. I farmaci non sono merci come altre. Sono vita. E quando mancano, non si aspetta.

Le carenze non sono un incidente. Sono un sistema rotto.

Questo non è un problema temporaneo. Non è una crisi passeggera. È il risultato di decenni di scelte economiche che hanno messo il profitto prima della sicurezza. I farmaci generici sono economici, ma non gratis. E quando il prezzo è troppo basso, la qualità scende. E quando la qualità scende, la produzione si ferma.

La prossima volta che sentirai dire "è solo un farmaco in corto", ricorda: dietro a quel farmaco c’è una persona che aspetta. Che potrebbe non avere un’altra opzione. Che potrebbe non avere tempo.

5 Commenti

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    Ch Shahid Shabbir

    dicembre 1, 2025 AT 11:12

    La carenza di farmaci non è un problema logistico, è un fallimento sistemico. Gli API provenienti da India e Cina rappresentano un rischio geopolitico e sanitario. Serve una sovranità farmaceutica nazionale, non solo scorte strategiche. Senza produzione locale di molecole attive, siamo vulnerabili a ogni crisi climatica, guerra o lockdown.

    La FDA non può risolvere questo con un portale. Serve un piano Marshall per la farmacologia europea. E subito.

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    riccardo casoli

    dicembre 3, 2025 AT 09:35

    Ma davvero pensiamo che il problema sia "l’India"? C’è un’intera filosofia economica che ha deciso che i farmaci generici devono costare meno del pane. E ora ci stupiamo che il pane non esista?

    La sanità pubblica non può essere gestita come un mercato delle pulci. Se il profitto è l’unico motore, alla fine qualcuno muore. E non è un incidente. È un’opzione scelta. E noi l’abbiamo votata, con il silenzio.

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    Emanuele Bonucci

    dicembre 3, 2025 AT 23:38

    Lo sapevo. Lo sapevo che i cinesi stavano avvelenando i nostri farmaci. Hanno controllato tutto: i vaccini, l’acqua, i semini. Ora i farmaci. E chi ci ha fatto questo? I politici che hanno firmato accordi con Pechino per 30 centesimi di risparmio. Il 2025 non è un anno, è l’inizio della fine. L’Europa è morta. Siamo solo un magazzino di farmaci fasulli.

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    Edoardo Sanquirico

    dicembre 5, 2025 AT 07:54

    Ci sono un sacco di cose che non si capiscono bene qui. Tipo: perché mai un farmaco come la soluzione fisiologica 0,9% - che è praticamente acqua e sale - non si può produrre qui da noi? Perché serve un impianto sterile? Perché non si può farlo in un laboratorio universitario con un po’ di attrezzatura decente?

    E poi, chi ha detto che i generici devono costare 2 euro? Perché non si può fare un modello misto? Tipo: il governo paga un po’ di più per garantire la produzione nazionale, e in cambio le aziende si impegnano a non chiudere mai le linee? Sembra un’idea da pazzi, ma funziona con l’energia elettrica. Perché non con i farmaci?

    Io ho un parente con il cancro. Ha aspettato 3 settimane per il cisplatino. Non è un problema di logistica. È un problema di cuore. E non dobbiamo accettarlo.

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    Angela Tedeschi

    dicembre 5, 2025 AT 09:53
    io ho preso la levofloxacina l’altro giorno e non cera piu ho chiesto in 4 farmacie e nessuno ce laveva e il medico mi ha detto aspetta un po ma io ho 3 figli e non posso aspettare

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