Obesità e Ictus: Il Legame Nascosto Che Cambia la Salute

Obesità e Ictus: Il Legame Nascosto Che Cambia la Salute

Mirko Vukovic
Mirko Vukovic
luglio 21, 2025

Tutti pensano di sapere cosa sia l'obesità: qualche chilo in più accumulato tra una pizza e l’altra, il costume che va più stretto a luglio. Ma il vero problema va ben oltre quello che si vede allo specchio o il giudizio degli altri. Pochi lo sanno, ma esiste un doppio filo teso tra l’obesità e il rischio di ictus, un collegamento che può mettere in discussione non solo la qualità della vita, ma anche la sua durata. Ecco perché dietro alcuni numeri della bilancia, si nascondono dati ancora più pesanti sulla salute.

Obesità: cosa succede davvero nel corpo

L’obesità non è solo una questione di estetica. Non si tratta solamente di avere addosso qualche chilo di troppo. In realtà, è una condizione cronica che provoca un cambiamento reale in tutto il sistema del corpo, dalla testa ai piedi. Le cellule adipose in eccesso cominciano a produrre sostanze infiammatorie che vanno in circolo. Questo significa avere costantemente un terreno minato nel sangue, dove l’infiammazione silenziosa diventa la norma. E questa infiammazione, a lungo andare, rovina le pareti dei vasi sanguigni, rendendole più deboli e meno elastiche.

Non solo: l’obesità spesso porta a ipertensione, colesterolo alto, e diabete. Un’autostrada dritta verso i problemi cardiovascolari più seri. Il cuore deve lavorare più forte, i reni filtrano più lentamente, e il corpo si sforza ad ogni passo. Non è un’esagerazione. Secondo dati ISS (Istituto Superiore di Sanità), più del 36% degli adulti italiani ha problemi di peso. E la prevalenza dell’obesità, specie tra i più giovani, è un campanello d’allarme che non si può ignorare.

L’accumulo di grasso addominale, quello duro che si piazza intorno agli organi, è particolarmente pericoloso: parliamo del famoso “grasso viscerale”, che aumenta notevolmente il rischio di tutte le malattie correlate allo stile di vita, soprattutto gli ictus. Le statistiche dell’OMS indicano che chi ha un indice di massa corporea (BMI) superiore a 30 ha il doppio delle probabilità di subire un ictus rispetto a chi mantiene un BMI tra 18,5 e 24,9.

Ictus: come il sovrappeso cambia le probabilità

L’ictus non fa distinzioni tra chi corre tutti i giorni e chi preferisce il divano. Ma l’obesità inclina pesantemente la bilancia dalla parte sbagliata. Quando il corpo vive in uno stato costante di infiammazione, i piccoli vasi che portano sangue al cervello diventano più fragili, più esposti ai blocchi o alle rotture improvvise. In altre parole, il sangue può smettere di arrivare dove serve, e il danno al cervello può diventare irreparabile in pochi minuti.

Nel dettaglio, l’obesità contribuisce a due meccanismi principali: la formazione di trombi (coaguli) e la compressione dei vasi sanguigni. Le sostanze pro-infiammatorie prodotte dal tessuto adiposo aumentano la coagulabilità del sangue. Il risultato? Un rischio di ictus ischemico che cresce a vista d’occhio, soprattutto se associato a pressione alta e colesterolo. Nei casi più gravi, i vasi indeboliti possono anche rompersi, portando a ictus emorragici. Per chi ha familiarità con l’ipertensione, aggiungere sovrappeso è come gettare benzina sul fuoco.

Secondo una ricerca pubblicata su "The Lancet", ogni aumento di 5 punti nel BMI corrisponde a un incremento del rischio d’ictus del 40%. E non si tratta solo di adulti anziani: oggi ci sono pazienti tra i 35 e i 50 anni colpiti da event ictus, spesso a causa di uno stile di vita troppo sedentario, alimentazione ricca di grassi e poche ore di sonno. Sottovalutare i segnali è un errore comune: mal di testa, vertigini, offuscamento della vista o problemi di linguaggio, se si hanno anche problemi di peso, vanno sempre controllati subito.

Ecco una tabella che mostra in modo chiaro il collegamento tra i livelli di BMI e il rischio stimato di ictus negli adulti:

BMIRischio relativo di ictus
< 25 (normopeso)1x (baseline)
25-29,9 (sovrappeso)1,6x
30-34,9 (obesità I grado)2x
>35 (obesità II grado e superiore)2,7x
Perché succede proprio nel cervello?

Perché succede proprio nel cervello?

Ora, la domanda che viene spontanea è: perché proprio il cervello? Perché non il fegato, o i polmoni? Tutto dipende dall’estrema sensibilità delle cellule cerebrali alla mancanza di ossigeno. Il cervello consuma da solo più del 20% dell’ossigeno totale di tutto il corpo anche mentre dormiamo. Basta un’interruzione di pochi minuti del flusso sanguigno perché decine di milioni di neuroni comincino a morire. Chi ha accumulo di grasso viscerale o livelli elevati di trigliceridi, vive costantemente con micro infarti silenziosi a livello delle arteriole cerebrali, anche senza accorgersene. Non solo: l’obesità ha effetti diretti anche sui livelli di zucchero nel sangue, con picchi e cali improvvisi che rendono l’encefalo più vulnerabile agli eventi ischemici.

C’è anche un effetto meno noto: il cambiamento della struttura stessa del cervello negli obesi cronici. Alcuni studi condotti all’Università di Firenze e pubblicati nel 2023 hanno evidenziato che, già dopo alcuni anni di sovrappeso importante, si rilevano zone di atrofia (riduzione del volume) nei lobi frontali e nell’ippocampo, quelli legati alla memoria e alle decisioni. Questi cambiamenti, se non si interviene in tempo, aumentano il rischio di demenza anche indipendentemente dall’ictus acuto.

Insomma, non è solo una questione di estetica ma di riuscire a mantenere "giovane" il cervello. In Italia si stimano circa 200.000 nuovi casi di ictus all’anno, e quasi la metà dei pazienti presentava già obesità o sovrappeso nei dieci anni precedenti l’evento. Un dato che fa riflettere, perché molti di questi episodi potevano essere prevenuti.

Come spezzare la catena: prevenzione e strategie

Non serve diventare degli atleti professionisti per ridurre drasticamente il rischio. Cambiare alcune abitudini, anche solo di poco, può fare la differenza tra una vita libera e attiva e la prospettiva di anni passati tra ospedali e riabilitazione. La prevenzione parte da piccoli gesti moltiplicati ogni giorno. Un esempio concreto? Ridurre di appena il 5-10% il proprio peso corporeo porta già a un miglioramento significativo dei valori di pressione, glicemia e colesterolo. E la cosa migliore è che questo risultato si può raggiungere anche senza diete di moda o rinunce impossibili.

Alcuni suggerimenti semplici ma concreti per abbassare il rischio di ictus legato all’obesità:

  • Camminare almeno trenta minuti al giorno a passo svelto (non è necessario iscriversi in palestra: basta scendere una fermata prima del solito o salire le scale invece di prendere l’ascensore).
  • Preferire alimenti integrali, verdure di stagione, legumi, e grassi sani come olio EVO, noci e pesce azzurro.
  • Ridurre al minimo le bevande zuccherate e l’alcol, veri "killer" silenziosi quando si parla di rischio cardiovascolare.
  • Monitorare il proprio peso una volta a settimana e segnare i cambiamenti; il controllo visivo aiuta a restare motivati.
  • Impostare orari regolari per i pasti e dormire almeno 7 ore per notte: la mancanza di sonno altera il metabolismo e aumenta la fame nervosa.

La prevenzione, lo conferma la Società Italiana di Neurologia, può abbattere fino al 70% il rischio di ictus se fatta per tempo. Attenzione: basta perdere anche solo pochi chili in eccesso per vedere miglioramenti chiari anche negli esami del sangue di chi è stato a rischio fino a ieri.

Quando serve l'aiuto medico e quali segnali non ignorare

Quando serve l'aiuto medico e quali segnali non ignorare

A volte si pensa che basti buona volontà per risolvere tutto. Non è sempre così. In alcune situazioni, soprattutto se il sovrappeso dura da molti anni o se si sono già verificati piccoli segnali di campanello d’allarme (come pressione alta difficile da controllare, glicemia sballata o episodi di perdita di forza a un braccio o a una gamba), è fondamentale coinvolgere il medico curante o uno specialista. Lo screening precoce, come raccomandato nei nuovi protocolli del Ministero della Salute, include il controllo regolare di glicemia, pressione, colesterolo e, nei casi a rischio, una valutazione ecografica delle carotidi, le autostrade di sangue che portano ossigeno diretto al cervello.

Non bisogna ignorare sintomi come:

  • Intorpidimento improvviso di un lato del corpo
  • Difficoltà a parlare o capire le parole
  • Visione offuscata improvvisa da un occhio
  • Mal di testa violento e mai provato prima

Ognuno di questi sintomi, specie se si è obesi, va trattato come una "chiamata d’emergenza", non come qualcosa di passeggero. Intervenire subito vuol dire spesso evitare danni permanenti o, nei casi peggiori, salvare la propria indipendenza. L’obesità, per fortuna, è una delle poche condizioni di rischio per l’ictus che si può modificare attivamente e con risultati evidenti nel giro di mesi, non anni. Non si tratta solo di perdere peso ma di spezzare la sequenza che porta dalla bilancia all’ospedale.

Vivere con qualche chilo in più può sembrare innocuo. Ma dietro a quei numeri, c’è un rischio reale per chiunque non voglia lasciare il proprio cervello in balia del caso. Si può invertire la rotta, anche partendo da piccoli passi.

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