Asma vs. COPD: Differenze Chiave nei Sintomi e nella Terapia

Asma vs. COPD: Differenze Chiave nei Sintomi e nella Terapia

Mirko Vukovic
novembre 19, 2025

Asma e COPD sembrano simili, ma non lo sono

Respirare diventa difficile. Ti senti affaticato anche con pochi passi. Ti svegli la notte con un senso di costrizione al petto. Questi sintomi possono essere causati da due malattie molto diverse: asma e COPD. Anche se entrambe colpiscono i polmoni e causano mancanza di fiato, sono patologie distinte, con cause, evoluzioni e cure completamente diverse. Confonderle può portare a trattamenti sbagliati, peggioramenti della salute e ricoveri evitabili.

Asma: un’infiammazione intermittente e reversibile

L’asma è un’infiammazione cronica delle vie aeree che fa sì che i bronchi si restringano facilmente, specialmente quando esposti a trigger come polline, polvere, fumo o esercizio fisico. Non è una malattia costante: tra un attacco e l’altro, molte persone vivono senza sintomi. Uno studio del 2022 ha mostrato che il 68% dei pazienti con asma ha periodi completamente liberi da sintomi. La tosse è spesso secca, senza muco abbondante. Il respiro sibilante è il segno più tipico, soprattutto di notte o al mattino presto.

L’infiammazione nell’asma è guidata da cellule chiamate eosinofili e da una risposta immunitaria legata all’IgE. Questo spiega perché molti pazienti con asma hanno anche rinite allergica (65%) o eczema (30%). L’asma si sviluppa spesso nell’infanzia: la metà dei casi viene diagnosticato prima dei 10 anni, e l’80% prima dei 30. Non è legata principalmente al fumo: solo il 20% dei casi è associato al tabacco, mentre il 30% ha una forte componente genetica.

COPD: un danno progressivo e irreversibile

La COPD, o malattia polmonare ostruttiva cronica, è un gruppo di condizioni - principalmente enfisema e bronchite cronica - che causano un restringimento permanente delle vie aeree. A differenza dell’asma, i sintomi non scompaiono. Sono costanti e peggiorano lentamente nel tempo. La tosse è quasi sempre produttiva: l’87% dei pazienti ha un’espettorazione quotidiana di muco. La mancanza di fiato aumenta con l’attività, ma non scompare mai. In stadi avanzati, può apparire una colorazione bluastra sulle labbra o sulle unghie (cianosi), segno di carenza cronica di ossigeno.

La causa principale è il fumo di sigaretta: il 90% dei casi è direttamente legato al tabacco. La COPD raramente viene diagnosticata prima dei 40 anni; il 92% dei pazienti ha più di 45 anni. L’infiammazione è diversa: coinvolge neutrofili, stress ossidativo e un’eccessiva produzione di enzimi che distruggono il tessuto polmonare. Questo danno è irreversibile. Anche se si smette di fumare, i polmoni non tornano come prima.

Un uomo anziano con COPD tossisce leggermente in una stanza accogliente, mentre sua moglie gli offre una tazza di tè.

La differenza più importante: la reversibilità

Il test più affidabile per distinguere asma da COPD è la spirometria, un esame che misura quanto aria puoi espellere dai polmoni. Dopo aver assunto un farmaco broncodilatatore, i pazienti con asma mostrano un miglioramento del flusso d’aria del 12% o più. Questo significa che le vie aeree si aprono di nuovo. Nella COPD, il miglioramento è quasi sempre inferiore al 12%, perché il danno è strutturale, non solo infiammatorio.

Un altro test utile è la misurazione dell’ossido nitrico espirato (FeNO). Se i livelli sono sopra i 50 ppb, è molto probabile che si tratti di asma. Nella COPD, i valori sono quasi sempre sotto i 25 ppb. Anche il conteggio degli eosinofili nel sangue aiuta: oltre 300 cellule/μL suggerisce asma o una forma mista; sotto i 100 cellule/μL punta verso COPD pura.

Trattamenti diversi per malattie diverse

L’asma si gestisce con un approccio a passi. Per i sintomi improvvisi, si usa un broncodilatatore d’azione rapida come l’albuterolo. Se gli attacchi sono frequenti, si aggiunge uno steroidi inalatori per ridurre l’infiammazione. Per i casi più gravi, esistono terapie biologiche - farmaci come omalizumab o mepolizumab - che bloccano specificamente le cellule infiammatorie coinvolte. Il 89% dei pazienti con asma riesce a controllare bene i sintomi con il trattamento giusto.

La COPD, invece, parte dai broncodilatatori a lunga durata (LABA e LAMA). Gli steroidi inalatori (ICS) si aggiungono solo se il paziente ha molti episodi di peggioramento. Non servono per tutti, perché l’infiammazione non è la stessa. Le terapie biologiche non sono efficaci nella COPD pura. Il 52% dei pazienti con COPD riporta un controllo soddisfacente dei sintomi, ma molti vivono con limitazioni persistenti. La riabilitazione polmonare aiuta molto: i pazienti con COPD migliorano la loro capacità di camminare di circa 54 metri in 6 minuti dopo un programma strutturato. Negli asmatici, l’incremento è quasi nullo - perché non hanno bisogno di recuperare, ma di prevenire gli attacchi.

Un medico spiega una spirometria a un paziente, con un diagramma delle vie aeree sul muro e una famiglia in fotografia sul tavolo.

La complicazione più insidiosa: l’ACOS

Non tutti i casi sono chiari. Il 15-25% dei pazienti con malattie ostruttive ha una forma ibrida chiamata ACOS - Asma-COPD Overlap Syndrome. Questi pazienti hanno sintomi da asma (eosinofili alti, attacchi improvvisi) ma anche un restringimento permanente delle vie aeree, come nella COPD. Sono più gravemente colpiti: hanno 2,3 volte più ricoveri rispetto agli asmatici puri e 1,7 volte più di quelli con COPD pura. Spesso richiedono tre farmaci insieme: un broncodilatatore a lunga durata, un altro di tipo diverso, e uno steroidi. Ma non è ancora chiaro se questo approccio sia il migliore a lungo termine. Il problema è che molti medici non riconoscono subito l’ACOS, soprattutto se il paziente ha fumato e ha avuto sintomi respiratori da giovane.

Prognosi e vita quotidiana

La sopravvivenza a 10 anni è del 92% per l’asma moderata, ma scende al 78% per la COPD moderata. La COPD è la quarta causa di morte negli Stati Uniti, con circa 152.000 decessi all’anno. L’asma, grazie ai progressi terapeutici, causa solo 3.500 morti l’anno. Smettere di fumare è l’unica cosa che rallenta veramente la progressione della COPD: riduce il tasso di peggioramento del 50%. Nell’asma, smettere di fumare aiuta, ma non cambia radicalmente il decorso, a meno che non ci sia anche una componente di COPD.

La tomografia ad alta risoluzione aiuta a distinguere le due malattie: nel 75% dei casi di COPD si vedono lesioni da enfisema, mentre nell’asma sono presenti solo in pochi casi (5%). Questo rende più facile la diagnosi corretta oggi rispetto a 15 anni fa, quando il 40% dei pazienti veniva diagnosticato male. Oggi, grazie a esami più precisi, il tasso di errore è sceso al 25%.

Quando preoccuparsi e cosa fare

Se hai tosse cronica con muco, fiato corto che peggiora col tempo, e hai fumato per anni, non pensare che sia solo "un brutto raffreddore". Vai dal medico. Se hai attacchi improvvisi di respiro sibilante, soprattutto la notte o dopo l’esercizio, e hai allergie, non sottovalutare l’asma. Non aspettare che i sintomi diventino gravi. Un esame di spirometria in 10 minuti può cambiare tutto.

Non cercare di diagnosticarti da solo. Le app, i forum e i video su internet spesso confondono i sintomi. Se hai un’età superiore ai 40 anni e hai sempre avuto problemi respiratori, chiedi un test di funzionalità polmonare. Se hai meno di 30 anni e ti svegli con il petto stretto, fatti controllare per l’asma. La diagnosi corretta non è solo una questione di nome: è la differenza tra vivere bene e vivere con una malattia che ti stringe il respiro ogni giorno.

L’asma può diventare COPD?

No, l’asma non si trasforma in COPD. Sono due malattie diverse. Tuttavia, se una persona con asma fuma per molti anni, può sviluppare anche una forma di COPD insieme all’asma. Questo è chiamato ACOS - una combinazione di entrambe le condizioni - non una trasformazione. Il danno da fumo è cumulativo, e può aggiungersi al restringimento bronchiale dell’asma, peggiorando la funzione polmonare.

Posso avere asma e COPD insieme?

Sì, ed è più comune di quanto si pensi. Il 15-25% dei pazienti con malattie ostruttive ha l’ACOS, una forma mista. Questi pazienti hanno sintomi più gravi, più attacchi e più ricoveri. Spesso hanno un passato di asma da giovane e hanno fumato per anni. La diagnosi richiede esami specifici: conteggio degli eosinofili, spirometria con reversibilità ridotta, e valutazione della storia clinica. Il trattamento combina elementi di entrambe le terapie.

Perché i farmaci per l’asma non funzionano bene nella COPD?

Perché l’infiammazione è diversa. L’asma è guidata da eosinofili e IgE, per cui gli steroidi inalatori funzionano bene. Nella COPD, l’infiammazione è neutrofila, legata al fumo e al danno strutturale. Gli steroidi hanno un effetto limitato e possono aumentare il rischio di polmonite. Per questo, la prima linea nella COPD sono i broncodilatatori a lunga durata, non gli steroidi. Usare solo farmaci per l’asma in un paziente con COPD pura è come usare un antidolorifico per un’infezione batterica: non risolve il problema di fondo.

La spirometria è sempre affidabile?

Sì, ma solo se eseguita correttamente. Il paziente deve sforzarsi al massimo, e l’esame deve essere fatto da personale esperto. A volte, un paziente con asma non ha sintomi quel giorno, e il test sembra normale. Per questo, il medico deve valutare la storia clinica insieme ai risultati. In caso di dubbio, si può ripetere l’esame dopo un’attività fisica o dopo aver esposto il paziente a un trigger. I test aggiuntivi come il FeNO e il conteggio degli eosinofili aiutano a confermare la diagnosi.

Se smetto di fumare, posso guarire dalla COPD?

No, non puoi guarire. Il danno ai polmoni è permanente. Ma smettere di fumare è la cosa più importante che puoi fare. Rallenta il peggioramento della malattia del 50%. Ti permette di mantenere la tua funzione polmonare il più a lungo possibile. Senza smettere, la COPD progredisce rapidamente. Con la cessazione, puoi vivere molti anni con una buona qualità della vita. Non è una cura, ma è l’unica terapia che funziona davvero.

4 Commenti

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    Matteo Bertozzi

    novembre 20, 2025 AT 19:45

    Ho un amico che ha l'ACOS e mi ha raccontato quanto è difficile farsi capire dai medici. Dice che per anni gli hanno dato solo steroidi, pensando fosse asma, ma lui fumava da 20 anni e non migliorava. Quando finalmente hanno fatto la spirometria con reversibilità e controllato gli eosinofili, hanno capito che era una combinazione. Ora prende tre farmaci e sta molto meglio. Spero che più gente sappia che non è solo "un brutto raffreddore".

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    Pietro Marinelli

    novembre 21, 2025 AT 05:42

    Ma dai, ma chi se ne frega? 😤 Tutti i medici sono uguali, non sanno un cavolo. Io ho la tosse da anni e mi dicono sempre "fai un esame"... e poi? Niente! La sanità italiana è una barzelletta. 😭

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    Myesha Simone

    novembre 22, 2025 AT 04:37

    La differenza tra reversibile e irreversibile cambia tutto
    Non è solo una questione di farmaci
    È una questione di speranza

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    Anna Tarkia

    novembre 23, 2025 AT 13:22

    La diagnosi differenziale tra asma e COPD richiede un approccio multidimensionale, comprendente anamnesi dettagliata, spirometria con test di reversibilità, dosaggio dell'FeNO e conteggio degli eosinofili periferici. L'assenza di miglioramento spirometrico >12% dopo broncodilatatore a lunga durata, in concomitanza con un profilo infiammatorio neutrofilico e storia di esposizione tabagica, è altamente indicativa di COPD. L'uso inappropriato di corticosteroidi inalatori in assenza di eosinofilia può comportare un aumento del rischio di polmonite e un inutile carico farmacologico. La corretta stratificazione fenotipica è fondamentale per ottimizzare l'outcome clinico e ridurre gli eventi avversi.

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