
Shingles e il Fegato: Cosa Devi Sapere
Quando si parla di herpes zoster è una riattivazione del virus varicella‑zoster che causa la nota condizione chiamata shingles, pochi pensano subito al fegato l'organo principale per la detossificazione, la sintesi proteica e la regolazione metabolica. Tuttavia, la risposta immunitaria, i farmaci antivirali e le complicazioni epatiche possono intrecciarsi in modi che influenzano la gravità dell’infezione. In questo articolo scoprirai come l’herpes zoster può colpire il fegato, quali segnali osservare, e quali misure preventive adottare per proteggere entrambi gli organi.
Cos’è l’herpes zoster e perché si chiama "shingles"
L’herpes zoster è la riattivazione del virus varicella‑zoster, lo stesso che provoca la varicella nei bambini. Dopo la guarigione dalla varicella, il virus resta latente nei gangli nervosi. Quando il sistema immunitario si indebolisce, il virus può riemergere, causando un’eruzione dolorosa su un solo lato del corpo. Il termine "shingles" deriva dall’inglese "shingle" (coppo di legno), in riferimento al pattern a forma di coppo delle vescicole cutanee.
Il ruolo cruciale del fegato nella risposta immunitaria
Il fegato filtra il sangue, elimina tossine e produce proteine importanti per le difese dell’organismo. Tra le sue funzioni troviamo la sintesi di proteine acute‑phase, la degradazione di antigeni e la produzione di fattori della coagulazione. Un fegato sano supporta una risposta immunitaria equilibrata; al contrario, un fegato compromesso può indebolire la capacità di contenere infezioni virali come l’herpes zoster.
Come l’herpes zoster può influenzare il fegato
Tre meccanismi principali legano shingles e epatite:
- Infiammazione sistemica: La riattivazione del virus scatena una risposta infiammatoria che può coinvolgere il fegato, provocando elevazioni transitorie degli enzimi epatici come ALT, AST e GGT.
- Tossicità da farmaci: Gli farmaci antivirali come aciclovir e valaciclovir, se usati in dosi elevate o in pazienti con compromissione epatica preesistente, possono aumentare il carico sul fegato.
- Coinfezioni secondarie: In soggetti immunocompromessi, la pelle danneggiata da shingles può favorire infezioni batteriche che, a loro volta, sono in grado di produrre endotossine epatotossiche.

Segnali di allarme epatici durante un episodio di shingles
È importante riconoscere i sintomi epatici che possono manifestarsi durante un’infezione da herpes zoster. Questi includono:
- Ittero (colorazione gialla della pelle e della sclera)
- Dolore addominale nella zona dell’ipocondrio destro
- Affaticamento improvviso e inspiegabile
- Fosfatasi alcalina o transaminasi elevate in esami del sangue
Se noti uno di questi sintomi, consulta subito il medico: una diagnosi precoce può prevenire danni permanenti al fegato.
Prevenzione: vaccini e terapia antivirale
La strategia migliore per ridurre il rischio di complicazioni epatiche è evitare l’herpes zoster stesso. Ecco le opzioni più efficaci:
Vaccino | Tipo | Efficacia (anni >50) | Dosaggio | Indicazioni per pazienti con epatopatia |
---|---|---|---|---|
Zostavax | Vaccino vivente attenuato | ~68% | 1 dose | Usare con cautela; non raccomandato se immunocompromessi |
Shingrix | Vaccino ricombinante + adiuvante | ~90‑95% | 2 dosi, 2-6 mesi di distanza | Considerato sicuro anche in presenza di lieve insufficienza epatica |
Hepato‑Zost | Nuovo candidato (trial in fase 3) | Non ancora disponibili | 2 dose | Studi in corso su pazienti con cirrosi |
Per chi sviluppa shingles, gli farmaci antivirali come aciclovir, famciclovir e valaciclovir riducono la durata delle lesioni e il rischio di complicazioni neurologiche. La dose deve essere adeguata alla funzione renale e, se necessario, al profilo epatico.

Monitorare la salute del fegato durante la terapia
Il controllo degli enzimi epatici ALT, AST, bilirubina e fosfatasi alcalina è fondamentale quando si inizia un trattamento antivirale.
- Baseline: esegui un pannello epatico prima di avviare la terapia.
- Follow‑up: ripeti gli esami a 2‑4 settimane e dopo il completamento del ciclo.
- Intervento: se ALT/AST supera 3 volte il valore normale, valuta la riduzione o la sospensione del farmaco.
Consigli pratici per chi ha già una patologia epatica
Chi convive con epatopatia cronica deve adottare alcune precauzioni extra:
- Vaccinazione anticipata: Se possibile, ricevi lo Shingrix prima di sviluppare una compromissione immunitaria significativa.
- Alimentazione leggera: Riduci alcol, limita grassi saturi e favorisci cibi ricchi di antiossidanti (frutta rossa, verdure a foglia verde).
- Idratazione e riposo: Aiutano il fegato a eliminare le tossine generate dall’infezione.
- Controlli regolari: Programma ecografie epatiche e sorveglianza di markers fibrotici se hai cirrosi.
Seguendo questi punti, diminuisci il rischio di complicazioni epatiche e migliori la risposta globale dell’organismo contro l’herpes zoster.
Domande Frequenti
Shingles può causare danni permanenti al fegato?
Di solito l’infiammazione epatica indotta da shingles è transitoria. Tuttavia, nei pazienti con preesistente insufficienza epatica o in caso di uso prolungato di antivirali, il danno può diventare più serio. Un monitoraggio regolare è fondamentale.
Devo evitare il vaccino Shingrix se ho una lieve cirrosi?
Shingrix è considerato sicuro anche in presenza di lievi patologie epatiche, poiché non contiene virus vivi. Consulta il tuo epatologo per valutare eventuali controindicazioni specifiche.
Quali sono i segnali di tossicità epatica da antivirali?
Aumento significativo di ALT/AST, ittero, nausea, vomito o dolore addominale. Se compaiono, interrompi il farmaco e richiedi una valutazione medica immediata.
Quanto tempo devo aspettare dopo il vaccino prima di fare un test epatico?
Non è necessario attendere; il vaccino non altera i test di routine. Puoi effettuare gli esami quando ti è più comodo o secondo le indicazioni del tuo medico.
Posso curare shingles a casa senza farmaci?
Solitamente è consigliato iniziare una terapia antivirale entro 72 ore dall’insorgenza. Rimedi casalinghi (impacchi freddi, analgesici da banco) alleviano i sintomi, ma non eliminano il virus.
Mirko Vukovic
Lavoro nel campo farmaceutico da oltre dieci anni, specializzandomi nello sviluppo e nella ricerca di nuovi medicinali. Sono appassionato di divulgazione scientifica e mi piace scrivere articoli per aiutare le persone a capire meglio il funzionamento dei farmaci. Collaboro con alcune riviste di settore e partecipo regolarmente a eventi di formazione sanitaria. Credo molto nell'importanza dell'informazione corretta in ambito medico.
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